C'è un'Italia che lavora su se stessa e che invece di piangere per la perdita ai Mondiali, piange perché non arriva a fine mese. E spesso è costratta a farlo perché il Made in Italy, che fino a 15 anni fa ci dava enorme lustro, è ormai un lontano e sbiatito ricordo del sinonimo di qualità ed efficienza, e spesso viene confuso con il "fatto in Italia" ovvero prodotto sul territorio italiano, ma da mani cinesi (forse sfruttate per tenere bassi i costi).
Dopo giorni e giorni di lamentele e vaneggiamenti come se il Mondiale fosse stata la cosa più importante da fare in questo momento e l'averlo perso costituisca una sconfitta per l'Italia "intera" - come ha assurdamente dichiarato Buffon - suggerisco di tornare con i piedi per terra e di riprendere in mano questo paese così maledettamente tartassato da inflazione, crisi, corruzione e chi più ne ha più ne metta. Non dico che cambieremo quest'Italia schioccando le dita, ma certamente continuare a sentirsi italiani solo per i mondiali non aiuterà molto.
Riprendiamoci l'Italia! L'italianità e la sua enorme creatività, il suo fantastico ingegno, le sue infinite strade per il successo. Ricominciamo a sentirci fieri di stare nello Stivale più creativo, romantico e suggestivo del mondo!
Ispiriamoci alle sue campagne, ai suoi vitigni, ai suoi mari, ai meravigliosi suoi monumenti, testimonianza questa di un genio totale e sublime che da qualche parte scorre ancora nelle nostre vene, solo per il fatto di essere Italiani!
Ispiriamoci alle sue campagne, ai suoi vitigni, ai suoi mari, ai meravigliosi suoi monumenti, testimonianza questa di un genio totale e sublime che da qualche parte scorre ancora nelle nostre vene, solo per il fatto di essere Italiani!
Fiera di essere italiana e di avere quella marcia in più in campo creativo scelgo questa come bandiera da sventolare.
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